IL REPORT



Secondo l’Onu (World Population Prospects), più della metà della crescita della popolazione da qui a 2050 si verificherà in Africa.
Anche paesi come Messico e Colombia – che non conoscono il fenomeno dell’inverno demografico europeo – presentano un alto tasso di natalità, l’India ha superato la Cina diventando il Paese più popoloso del mondo, e il Brasile ha registrato una crescita di popolazione del 7,6% in 10 anni superando quota 200 milioni.

Gli africani potrebbero passare dagli attuali 1,1 miliardi a 2,4 miliardi nel 2050 e raggiungere i 4,2 miliardi entro il 2100.

Un terzo degli abitanti della Terra vivrà in Africa nel 2100, contro uno su sette oggi (Istituto francese di studi demografici, Ined).

Nel 2050 il paese più popoloso dell’Africa, la Nigeria conterà 444 milioni di abitanti, più degli Stati Uniti.

Nel 2100 la Nigeria potrebbe addirittura sfiorare il miliardo di persone, superando la Cina – la cui popolazione potrebbe diminuire – collocandosi dietro l’India, al secondo posto mondiale.

Entro la fine del secolo le popolazioni di Uganda e Tanzania potrebbero superare ciascuna i 200 milioni di abitanti, mentre il Kenya i 160 milioni.

L’Uganda, la cui attuale popolazione è di circa 30 milioni di persone, avrà il più alto tasso di crescita demografica a livello mondiale, mentre gli abitanti della Tanzania potrebbero quintuplicare, fino a 200 milioni.


Grazie agli Accordi di Partenariato economico (EPA, European Partnership Agreements) tra l’Unione Europea e le singole Organizzazioni Regionali dell’Africa subsahariana, previsti nel quadro dell’Accordo UE-ACP, il commercio rappresenta un potente motore di crescita, occupazione e sviluppo sostenibile a vantaggio di tutti i Paesi coinvolti.
I mercati ci sono ma non tutti lo sanno
È forse uno degli aspetti della nuova Africa più sconosciuti in Italia. La presenza e la crescita continua di una nuova classe media e di un conseguente nuovo mercato dei consumi africano sembra essere completamente sfuggito all’Italia e a molte imprese nostrane.
L’impegno di un crescente numero di attori nel Continente (Cina, India, Paesi del Golfo, Turchia e Giappone) costituisce un’opportunità per il possibile sviluppo di cooperazioni triangolari, tenuto anche conto che i loro investimenti in Africa favoriscono, in ultima analisi, una maggiore occupazione ed un maggiore sviluppo economico nei contesti locali.